Criptovalute

Bitcoin, perché i banchieri li demonizzano

Bitcoin

I Bitcoin negli anni scorsi hanno raggiunto l’apice del loro successo, riuscendo a guadagnare svariati miliardi di capitalizzazione. Tuttavia il sistema finanziario non sembra ancora oggi essere molto favorevole nei confronti delle criptomonete.

Le banche sembrano molto critiche nei loro confronti. Alcuni esponenti fondamentali delle banche internazionali le hanno addirittura definite una forma di truffa. Molte dichiarazioni avverse sono arrivate anche da alcuni componenti della Banca Centrale Europea. Ma come mai i banchieri demonizzano tanto i Bitcoin? Quali sono le ragioni alla base di questa avversione?

Le criptomonete in espansione

La formula delle criptomonete è ormai in forte espansione. Diversi gruppi internazionali e di carattere istituzionale, ma anche aziende private iniziano a porsi il “problema” determinato dalle criptovalute. Per questo molti vogliono confrontarsi in maniera molto concreta sulle possibilità che i Bitcoin rappresentano per il futuro e siti web di settore come BitcoinRegs possono essere di aiuto.

In alcuni casi si arriva anche ad interventi davvero importanti. Basti pensare per esempio in questo senso a quanto sta avvenendo in Arizona, dove si sta discutendo di una legge che potrebbe arrivare a permettere di pagare le tasse sotto forma di Bitcoin.

Sono state già create le cripto valleys, nell’ambito delle quali si accettano proprio le criptovalute per diversi tipi di scambi commerciali. Ormai i Bitcoin stanno facendo convergere l’interesse da parte di molti, perfino da parte del Fondo Monetario Internazionale e delle banche centrali. Tuttavia da parte di molti continua a sussistere una certa diffidenza nei confronti dei Bitcoin.

Quale tempo fa l’allora presidente Banca Centrale Europea, Mario Draghi, affermò che le criptovalute non costituiscono una priorità a cui dedicarsi. Come dimostra un sondaggio effettuato dal Cambridge Center for Alternative Finance, al contrario delle varie recenti dichiarazioni, le monete virtuali attirano sempre più l’attenzione di una banca centrale su cinque.

Ad oggi, le cose sono rimaste pressoché invariate.

I Bitcoin destinati a rivoluzionare gli affari

Alla base dell’avversione del sistema bancario moderno nei confronti dei Bitcoin è possibile rintracciare un sottostante timore. Quest’ultimo si basa sulla convinzione che le monete virtuali possono essere destinate a rivoluzionare il modo di fare affari nel corso dei prossimi decenni. Alla base delle monete virtuali ci sono infatti delle tecnologie innovative, che stanno veramente apportando cambiamenti radicali.

Basti pensare in questo senso alla tecnologia del registro digitale capace di registrare in tempo reale tutte le transazioni effettuate. Questo registro rappresenta un elemento a favore della sicurezza, ma allo stesso tempo potrebbe mettere in crisi il sistema su cui si basano le banche.

Le monete digitali potrebbero mettere in difficoltà il tradizionale mondo della finanza, eliminando i processi di intermediazione. Da questo le banche ne ricaverebbero un vero e proprio svantaggio, perché verrebbero meno tutte quelle consulenze necessarie al monitoraggio degli istituti bancari. A ricavarne benefici sarebbero soltanto gli investitori.

Inoltre con le criptomonete si possono mettere in atto pagamenti a livello internazionale, superando il problema dei cambi. Tutto ciò con il vantaggio di ottenere tempi di transazione più veloci e di non pagare commissioni elevate. Ecco perché le banche non vedono di buon occhio l’affermarsi dei Bitcoin. La funzione della banca con le criptomonete potrebbe perfino venire meno.