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Investire in borsa: quali sono i rischi?

Investire in borsa

Nella scelta dell’allocazione delle proprie risorse finanziarie, un numero crescente di risparmiatori volge il proprio sguardo al mercato azionario, un trend in costante crescita rispetto ad un decennio fa. I motivi di questa “moda” sono molteplici, anche se vanno ricercati, in primis, nel basso rendimento, talvolta addirittura nullo, dei cosiddetti titoli “free-risk”, un porto sicuro, fino a pochi anni fa, per la maggior parte dei risparmiatori italiani.

Investire in borsa, però, implica un’assunzione implicita di un maggior rischio da parte del risparmiatore. Diventare azionisti di una società, d’altronde, comporta benefici e oneri. Oltre alle oscillazioni di prezzo, che il risparmiatore spera, per quanto ovvio, siano in senso positivo, alcune società forniscono anche dei sostanziosi dividendi, perlopiù annuali, in grado di garantire un ricavo fisso e continuativo all’investitore; in quest’ambito, le aziende a grande capitalizzazione sono, normalmente, quelle in grado di staccare preziosi dividendi costantemente.

La scelta del titolo da acquisire, quindi, riveste fondamentale importanza e deve essere accompagnata da un’analisi del settore dove opera l’azienda stessa. Ad esempio, se si decide di comprare un’azione di una marca automobilistica, sarà indispensabile valutare come il settore di riferimento si sta muovendo e le prospettive future del medesimo: anche un grande player del settore, per solido che sia, potrebbe veder perdere il valore del proprio titolo in Borsa a causa di una congiuntura sfavorevole.

Un altro aspetto da valutare attentamente, è il paese di riferimento del titolo prescelto. Le Borse, normalmente, riflettono l’andamento economico di una nazione, un termometro utile, talvolta, per tastare la solidità di un paese. E’ sconsigliabile, di conseguenza, acquistare titoli di paesi che vivono fasi stagnanti e recessive, anche se alcuni titoli “anticiclici” potrebbero far registrare performance positive in un scenario non favorevole.

Un concetto, però, resta prioritario: comprare azioni vuol dire acquisire capitale di rischio di una società. E in caso di default della stessa, non garantisce la restituzione del capitale. Diversificare la scelta dei titoli, di conseguenza, è importante e funzionale ad evitare possibili amare sorprese al risparmiatore, che rischierebbe, viceversa, di mandare in fumo parte del proprio patrimonio finanziario. Parmalat, era Tanzi, e Cirio, era Cragnotti, insegnano…